Giacomo Giannini, Le Bagnanti, 1986-1992
Courtesy: Paola Sosio Contemporary Art
Stampa Fine Art su carta cotone , montata su alluminio
Fine art print on cotton paper, assembled on aluminium
Dimensioni / Size: cm 50 x 41
Edizione / Edition: 7 esemplari + 2 P.A.
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Per anni ho condotto una ricerca fotografica attraverso un punto di vista privilegiato. Dal 1986 al 1992, a bordo di un elicottero, ho cercato un nuovo modo di rappresentare la realtà con l'intento di superare la "banale" bellezza del paesaggio da cartolina.
Affascinato da sempre dalla relazione dell'uomo con il territorio inseguivo delle 'macchie: realtà quotidiane, paesaggi, ritagli di vita laboriosa definita da pennellate di colore e contrasti cromatici. L'uomo, in buona o cattiva fede, generava scenari artefatti dalle molteplici interpretazioni e, giorno dopo giorno, era come se scrivesse una nuova sceneggiatura inseguendo un'idea di profitto o di status symbol che lo rendevano protagonista cieco e abietto dinanzi al disastro ambientale che metteva in atto.
Mi alzavo in volo, il sipario si apriva e solo apparentemente avevo l'illusione di una natura assorta, ricca di potenza poetica perché, allo stesso tempo, anche se osservavo con la sospensione del giudizio e la meraviglia di un bambino, il paesaggio seppur bellissimo sotto i miei occhi diventava man mano severo, doloroso, malinconico e scoprivo una vastità sconfinata di luoghi assoggettati al volere dell'uomo, usurpati, traditi, modificati, feriti.
Sotto di me si palesava una terra sconvolta, artefatta con pochi uomini 'alieni'. Fuochi, fiamme, grumi di elementi fortuiti, magma, poche automobili, strani miscugli di colore e materia che coloravano la tela infinita di un quadro che sembrava appartenesse al mondo dei sogni, a una sequenza di un film apocalittico, a un viaggio senza ritorno.
Osservavo dal vivo le macchie lasciate dall'uomo e dalla terra intrecciarsi tra loro e, via via, i particolari acquisivano un nuovo senso, i segni della natura e quelli dell'uomo si collegavano a creare nuove forme, a volte interessanti e armoniose, altre grottesche e surreali. Ma cos'era la "macchia"? Come tutti, fin da piccolo, avevo chiaro il suo significato, a volte lo codificavo come una traccia, altre come un segno lasciato da una sostanza su una superficie, più spesso lo interpretavano come un peccato, un disonore, un errore, il risultato del mancato rispetto di una regola. Questa era la 'verità' elencata sui dizionari, descritta dai professori, a volte ripetuta dai genitori e dalle religioni, e anche un bambino sapeva che la verità si poteva piegare a un secondo fine e, più fotografavo, più capivo e mi avvicinavo alla trama della tela e quel quadro sotto i miei occhi diventava più complesso e incredibile di quanto immaginassi.
Oggi, penso che troppo spesso, noi umani, per egocentrismo e debolezza, predichiamo la volontà di essere uomini e donne senza macchia, ma allo stesso tempo, accettiamo o decidiamo di diventare la controfigura di noi stessi. Sosia che interpretano il ruolo di cavalieri senza macchia a beneficio delle buone maniere sociali per poi trasformarsi in spietati opposti con una diversa identità. Già trentacinque anni fa, da una visuale privilegiata e attraverso il mio lavoro mi rendevo conto delle fragilità del pianeta e dell'uomo e capivo che il prezzo da pagare un giorno, per la terra, la natura e per le generazioni future sarebbe stato altissimo.
Giacomo Giannini
Italia @ Italia
https://www.paolasosioartgallery.com/
Giacomo Giannini figura di rilievo nel mondo del design, è art director, fotografo, video maker e
svolge una continua attività di ricerca per l'innovazione dei linguaggi visivi. I suoi progetti hanno
sempre una forte componente sperimentale ed è conosciuto per la sua capacità di interpretare ed
elaborare in modo insolito e innovativo soggetti, luoghi, cose, persone.Alessandro Mendini ha
definito Giannini "un esplicito personaggio Neo Pop, acuto analista del grande e del piccolo che con
abilità esplora il mondo umano e quello appartenente agli oggetti". Da sempre, scopre e cataloga
oggetti che hanno un particolare valore scenico e che nel suo immaginario diventano icone e lettere
di un linguaggio attraverso il quale raccontare le loro vite precedenti, presenti e spesso anche future
e ipotetiche. Nella seconda metà degli anni ’80 si specializza in fotografia aerea sorvolando l’Italia in
elicottero, nei suoi molteplici progetti aerei, tra cui “Isle of View”, osserva il mondo da una posizione
privilegiata.
Attualmente è docente del corso di Brand Design/Brand Strategy presso il dipartimento di Product
Design in NABA. Vive e lavora a Milano.
Nel 1985 esordisce in campo artistico con un lavoro sugli spazi artistici destinati allascomparsa:
“Geografie della memoria”, curato da Roberta Valtorta.
Nel 1993 Palazzo Thiene (Vicenza) gli dedica un'antologica nell'ambito della rassegna “Grandi
Fotografi a Vicenza”, curata da Giovanna Calvenzi.
Seguono nel tempo mostre personali e collettive, e partecipazioni a Biennali.
Nel 1995 “Domestiche” (VI Biennale Internazionale di Fotografia, Torino). Curata da D.Curti
Nel 1996 in collaborazione con Studio Mendini e Regione Abruzzo realizza “Sulle tracce del
lupo”, una ricerca espressiva basata sul colore. Novanta immagini utilizzate per una mostra itinerante
sul lupo d'Italia. Curata da Alessandro Mendini.
Dal 2002 lavora su “Aftermath”, una catalogazione di “reperti” di nuova archeologia, scarti, rifiuti
abbandonati e occultati per far perdere loro le tracce. Grandi stampe su PVC 135x180 cm.
Nel 2005 inizia la ricerca “Fiori dimenticati”, progetto tuttora in itinere e sviluppo in forme diverse.
Nel 2009 “Angelica”. Immagini stampate direttamente su una serie di quaderni degli anni 40/50
compilati durante il liceo da persone sconosciute al fotografo. Il lavoro raccoglie l'eredità di
“Pornocolor”, una serie di foto scattate nel 1994 all'interno del MISEX a Milano.
Nel 2011 a Mia Art Fair MI con Paola Sosio Contemporary Art presenta una inedita edizione di
“Isleof view” realizzata in Fine Art.
Nel 2012 sempre con Paola Sosio Contemporary Art, espone l'intera edizione “Isle of View”
(34opere) a Innsbruck, presso il Foto Kunst Stadtforum di BTV Bank o Tyrol. A cura di D.Curti.
Dal 2012 lavora al progetto “Una ragionevole combinazione di oggetti”. “Frame di racconti”
stampati su plexiglas per restituirne la profondità dei diorami.
Nel 2015 realizza le prime “Blisterografie”, una serie di ritratti /visioni ai suoi Blister.
Nel 2017 espone all'interno della mostra “Capri: un'isola per la fotografia la collezione ideale” a
cura di Denis Curti per la Fondazione Capri alla Certosa di S.Giacomo.
Nel 2018” con il centro di Neuropsicologia cognitiva dell' Ospedale di Niguarda di Milano sviluppa la
ricerca e relazione tra arte e scienza all'interno del lavoro “Blisterografie ; il progetto è visto come
punto di partenza per una serie di sperimentazioni scientifiche.
Nel 2020 durante il lockdown Giannini sviluppa “Una casa nella casa”, un' edizione in fine art.
Nel 2022 in occasione della 23a Esposizione Internazionale di Triennale Milano Unknown
Uknowns, alcune sue opere sono state esposte nell’ambito della mostra "La tradizione del Nuovo" a
cura di Marco Sammicheli tra gli esempi più innovativi di rappresentazione visiva degli oggetti iconici
degli anni 90.
Dal 2011 ha una costante presenza nelle principali Fiere di Arte Contemporanea, con Paola Sosio
Contemporary Art sua galleria di riferimento
Sue opere fanno parte di importanti collezioni private e istituzionali.

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