Artista, MIA Fair 2023 @ Red Lab Gallery

Cristina Cusani, L’attesa che copre tutto (Quando la neve 01), 2019

Courtesy: Red Lab Gallery

dittico, fotografie , stampa giclèè su Hahnemühle Photo Rag Pearl, montata su dibond in cornice americana
diptych, photographs, gicléé print on Hahnemühle Photo Rag Pearl, assembled on dibond with american frame
Dimensioni / Size: 60x 180 cm
Edizione / Edition: 1/5 + 2AP
Prezzo / Price: 5368

Cristina Cusani con il suo progetto intitolato Quando la neve proietta un’urgenza intima nel mezzo fotografico, costruendo un personale immaginario visivo sul tema dell’attesa. Il lavoro della Cusani si muove parallelamente nella duplice interpretazione degli stati d’animo generati proprio dal tempo dell’attesa; l’autrice infatti da un lato esprime il senso gestazionale, e dunque fruttuoso, dell’attesa e dall’altro invece ne sottolinea il senso di sconforto e di frustrazione quando, quello stesso tempo, resta disatteso e privo di uno scopo concreto. Cristina Cusani blocca attraverso lo scatto fotografico un intervallo racchiuso fra due parentesi, una bolla capace di interrompere la contingenza del tempo lineare. L’autrice avvia la sua ricerca da un dato esperienziale personale, che si traduce e si espande in un climax di sentimenti universali e condivisibili. Le fotografie di Cristina Cusani puntellano un momento malinconico dal sapore duplice; quello amaro per la perdita di apparenti certezze e quello dolce di chi è ancora in grado di aspettare. In Quando la neve, l’autrice dichiara devozione e debolezze, paure e voglia di non arrendersi, fragilità e consapevolezze di un vissuto che attende una sua naturale trasformazione. Cristina Cusani raccoglie ed espone una serie di immagini fortemente concrete ma, insieme, estremamente simboliche ed evocative di un tempo sospeso, una saudade fisica e mentale, in attesa di essere rivelato, come quando tutto è coperto dalla neve.”


Cristina Cusani

Italia @ Italia
http://www.cristinacusani.it/

Cristina Cusani (Napoli, 1984)

Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione all’università La Sapienza di Roma si dedica allo studio della fotografia prima all’University of the Arts, London College of Communication a Londra, successivamente all’Outside School a Roma e all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Espone in alcune mostre collettive tra cui l’XI Premio Cairo a Milano. Nel 2012 segue il Laboratorio Irregolare, master class di due anni con Antonio Biasiucci da cui è nata la mostra itinerante Epifanie, esposta anche durante la XIII edizione del Fotografia – Festival Internazionale di Roma e al SIFest di Savignano sul Rubicone. Nel 2015 viene invitata per la residenza d’artista BoCs Art dove realizza due opere per il Bocs Art Museum di Cosenza. E’ finalista di importanti premi come il Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee e Un’opera per il Castello ed entra a far parte di alcune collezioni di arte contemporanea come Imago Mundi Art e Dimensione Fragile della Biblioteca Vallicelliana di Roma. Nel 2017 vince il Premio Sidicini per l’Arte Contemporanea e nel 2018 vince il Premio Residenza alla Fondazione Bevilacqua la Masa.

Nella sua ricerca artistica utilizza le esperienze quotidiane come punto di partenza per analizzare il significato dell’essere umani. Questa strada ha due direzioni: una intimista che riguarda l’identità e una che invece cerca di porre interrogativi su temi attuali in una chiave non documentaria ma analitica.In entrambi i casi lavora sul residuo, su quello che resta, la traccia, la memoria, la storia. Nei suoi progetti personali è molto importante il nesso tra pensiero e immagine: utilizza spesso la parola per accompagnare fotografie di memorie quotidiane in cui la finzione e la realtà s’incontrano, i significati cambiano, il passato e il presente diventano una cosa sola. Il risultato è un archeologia contemporanea dei trascorsi che, attraverso la ricerca delle radici, della famiglia, dell’identità, del passaggio e dell’abbandono arriva alla conoscenza del proprio essere. I lavori legati al filone più sociale e politico, sono invece opere concettuali leggibili su più livelli. L’obbiettivo in questo caso è quello di portare lo spettatore ad interrogarsi ponendo punti di vista nuovi e creando in chi guarda una reazione in equilibrio tra il riconoscimento e l’alienazione. La sua formazione è principalmente fotografica, ma non utilizza la fotografia in maniera pura, la sperimenta in tutto il suo potenziale. La sua ricerca infatti vuole andare oltre il mezzo utilizzato e per questo ha cominciato ad ampliare i suoi orizzonti artistici progettando anche opere/installazioni site-specific.

Attualmente vive e lavora tra Napoli e Roma.


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Cristina Cusani, L’attesa che copre tutto (Quando la neve 01), 2019








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